E' stata ampiamente distrutta nel 1169 e nel
1693 dai terremoti. Il suo territorio
circostante è stato più volte coperto da
colate laviche che hanno raggiunto il mare.
Ma i catanesi caparbiamente l'hanno
ricostruita sulle sue stesse macerie. Forse
è per questo che la leggenda vuole che la
città sia stata distrutta sette volte
durante la sua storia, ma in realtà tali
eventi disastrosi si possono sicuramente
riferire a pochi ma terribili terremoti.
Anche le distruzioni del centro urbano a
causa delle colate laviche sono frutto di
una storiografia fantasiosa. L'ultima colata
lavica del 1669 colpì soprattutto le
campagne esterne al centro abitato e riuscì
a superare le mura della città solo in
alcuni punti a nord est e a est del Castello
Ursino. E' stato soprattutto il terremoto
del 1693 che ha impedito in generale la
sopravvivenza del tessuto urbanistico
antico e medievale e che ha segnato
profondamente anche l’assetto
socio-economico della città cancellando
quasi la totalità delle arti prodotte dagli
artisti pre-terremoto. Praticamente
scomparse si devono considerare le tracce
della città greca, mentre una sorte migliore
hanno avuto i monumenti di età
romano-imperiale.
Del periodo romano rimangono vari monumenti;
il teatro, l’odeon; l’anfiteatro, le terme
dette dell'Indirizzo, le terme dette della
Rotonda (chiesa di s. Maria), i resti di un
acquedotto, edifici funerari, ecc. La serie
delle monete di Catania comprende bellissimi
conì, da quelli arcaici, con Nike e Zeus in
trono, fino a quelli dei grandi incisori
Eveneto, Eraclide, Procle, con testa di
Apollo.
Tra i monumenti dell'età classica il teatro
romano e l'odeon sono stati restaurati negli
ultimi anni e comodamente visitabili. Anche
i resti dell'anfiteatro sono oggi visitabili
dall'ingresso di piazza Stesicoro. Del
periodo normanno si conservano
principalmente le absidi della Cattedrale di
s. Agata (Duomo). Del periodo svevo (13°
sec.) è il portale della chiesa di s. Agata
al Carcere e il federiciano castello Ursino
(ricostruito e restaurato, è ora sede del
Museo civico: raccolte Biscari e dei
benedettini) coevo del più famoso castello
pugliese di Castel del Monte.
Ovviamente la città attuale, rinata nella
prima metà del ‘700, conserva, nonostante i
gravi danni subiti nell'ultima guerra, la
caratteristica impronta barocca, datale
specialmente dalle opere di G.B. Vaccarini
(numerose chiese; facciata del duomo;
municipio; pal. Sangiuliano; fontana
dell'Elefante), di F. e A. Battaglia, degli
Ittar. Notevoli sono il palazzo Biscari, la
Collegiata, il convento e la chiesa di S.
Nicolò l’Arena.
All'interno della Cattedrale è conservato il
busto-reliquiario e la cassa-reliquaria di
s. Agata, del senese Giovanni di Bartolomeo,
sec. 14°).
Le biblioteche di Catania sono: la
Biblioteca universitaria e Ventimilliana
(aperta al pubblico nel 1755; dal secolo
scorso conserva il fondo del vescovo
Salvatore Ventimiglia, che vi mantiene una
sua unità); la biblioteca dell'Accademia
Gioenia di scienze naturali; quella della
sezione catanese della Deputazione di storia
patria; le Biblioteche riunite Civica e A.
Ursino Recupero.
La prima università siciliana venne fondata
a Catania nel 1434. Nel 1891 venne fondato
il Fascio di Catania, inizio ufficiale del
più importante movimento dei Fasci
Siciliani
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