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Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943

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Foto introduttiva mostra   Riproduzione bombardamento   Manichini con divise



II luogo che accoglie e protegge, attraverso i segni, la memoria, affinchè questa continui ad arricchire il patrimonio collettivo, è il museo nella più evoluta accezione. Nel tempo, il con­cetto di segno si è sempre più esteso includendo non solo elementi privi di valore estetico ma anche l'immaterialità dei suoni o delle proiezio­ni di immagini. Da sempre contenitore muto di preziosi reperti, il museo estende sempre più la sua funzione di luogo dove si custodisce la memoria attraverso il racconto espresso dalla molteplicità degli elementi che del racconto stes­so fanno parte: i segni della vita materiale con i suoi usi e gli strumenti propri dell'attività umana, includendovi le opere d'arte e gli ogget­ti di pregio poiché sempre espressione di quella stessa cultura che li ha prodotti. Specchio della società che lo genera, il museo deve essere capace di riproporsi e produrre inte­ressi nella collettività, in un continuo rinnovarsi attraverso la ricerca. Luogo del collezionismo fine a se stesso, delle preziosità, delle stravaganze, dell'unicità dei capolavori, il museo trova ancora motivo di essere solo se gli stessi segni sono composti in modo che rivelino l'anima della società che lì ha prodotti, custo­diti, tramandati. L'individuazione, la catalogaziene, l'esposizione degli elemen­ti significanti non possono non tener conto della strumentazione tecnologica che l'area scientifica pone a disposizione degli allestimenti.
In questa linea metodologica s'innesta il nuovo «Museo storico dello sbarco in Sicilia, estate 1943» allestito in uno degli edifìci che compongono il centro «Le Ciminiere» di Catania. Nel caso specifico, il museo racconta i fatti che avven­nero in Sicilia dal dieci di luglio all'otto settembre del 1943. SÌ tratta di un perìodo storico a noi molto vicino, appena un sessantennio, ancora tesrimo-oiabìle da molti nostri anziani; eppure, un periodo di cui si sta perdendo la memoria collettiva, soffocata com'è stata da un processo di evoluzione tecnolo-gka e sociale che ha determinato straordinari mutamenti in un intervallo di tempo tanto breve. I cambiamenti che si sono verificati hanno dell'incredibile. Il solito lento mutare delle cose, in quest'intervallo, ha subito un'impennata repentina, incontrollabile, tumultuosa, inimmaginabile tanto che i fatti avvenuti sessantenni fa sono diventati lontani, sotterrati dalla radio, dalla televisione, dalle automobili, dai telefonini, dal computer, da un diverso modo di vivere. Tutto ciò che abbiamo perso di vista, che abbiamo dimenticato, è oggi riproposto in un racconto museale mirato a salvaguar­dare il bene più prezioso di questi nostri anni: la pace. Sì, perché la guerra non si e mai placata nel mondo, il Vietnam, l'Africa, il Medio oriente sono ancora teatro dì sangue.»
II Museo si sviluppa su tre elevazioni fuori terra ed occupa una superfìcie di circa 3.000 metri quadri; di questi, una parte rimane riservata ad esposizioni tematiche e temporanee. Nel suo continuo svolgersi, il museo propone attraverso ambien­ti ricostruiti, le condizioni che caratterizzavano la vita prima, durante e dopo l'evento bellico con simulazioni, proiezio­ni ed esposizione di reperti sempre rigorosamente originali.
 
arch. Gasp are Murinola
Progettista del Museo
 
PIANO TERRA
L'area d'ingresso consente un primo approccio al tema con la presentazione, su pannel­li, dei principaJi avvenimenti storici che hanno caratterizzato gli anni a seguire la prima guerra mondiale. Entro una «saletta cinematografica» (1), il visitatore può seguire un filmato introduttivo sulla seconda guerra mondiale e sugli eventi immediatamente pre­cedenti Io sbarco degli Alleati. Varcato l'arco di accesso all'area museale si perviene entro una luminosa piazzet­ta siciliana (2). Vi prospettano le case con i loro interni carichi di vita privata. L'ambiente successivo (3) presenta un cortile buio dove sì affaccia­no le case dalle porte sbarrate. La direzione verso cui proseguire la segnala un'unica lam­padina che invita ad entrare entro un rifugio antiaereo (4). Il dramma  di chi   era stato fortunato a trovare posto entro il rifugio, si perpetra ora sotto le sembianze del ricostruito scenico. Gli effetti dei bombardamenti caratterizzano l'uscita dal rifugio (5). Il selciato prende in salita e dopo una prima svolta ci porca davanti alla finestra di una casa diroccata entro la quale si continuano a vedere filmati dei bombardamenti aerei su Palermo, Catania e Messina. La strada si fa erta (6), stretta tra le facciate di case sempre chiuse; fio­che lampade illuminano manifesti murali che comunicano agli abitanti fatti che stanno avvenendo oltre l'Italia, in nord Africa. La popolazione, ignara di tutto, suo malgrado aspetta attonita gli eventi che da un momento all'altro potrebbero interessare l'Isola. Il pianterreno ospita anche una ricca biblioteca di testi sullo sbarco in Sicilia.
 
PIANO PRIMO
L'ambiente che da inizio al percorso del primo piano presenta la simulazione formale di un mezzo da sbarco (7) ed è come se il visitatore facesse parte del gruppo dei giovani anglo-americani che stanno per sbarcare sulle coste sud orientali della Sicilia.
Sullo schermo frontale scorrono le immagini storiche di quei momenti, I pannelli fotografici che seguono mostrano azio­ni militari successive allo sbarco; queste proseguono ancora in un grande schermo che propone momenti della prima avanzata e la controffensiva dei soldati dell'Asse (8). La forma ottagonale che in vari momenti torna a proporsi lungo il percorso museale, caratterizza la successiva sala (9); al centro, il piano di un tavolo ottagonale su cui si eleva la sagoma della Sicilia, si anima di forme e colori con scene che vengono proiettate dall'alto mentre una voce fuori campo narra, per sintesi, gli eventi. Quattro distinti monitor, alle pareti, presentano gli avvenimenti ripresi dai cineoperatori di guer­ra che momento per momento seguirono il conflitto. Le sale successive contengono principalmente vetrine entro cui sono esposti reperti appartenenti ai distinti eserciti: italiano (10), tedesco (11), americano (12) e inglese (13). Il visitatore può, in questo tratto, avere un momento di sosta entro una apposito ambiente (15). La successiva sala (16) ha una presenza ingombrante: un bunker, reso al vero, espande la sua mole su tutto lo spazio. Il visitatore che entra nel fortilizio (17) sub­isce l'urto della sorpresa di due militari italiani intenti "veramen­te" ad usare la mitragliatrice con­tro fantomatici nemici che vengono loro incontro attraverso simu­lazioni filmate. Lungo le pareti della sala (18) vengono mostrate altre tipologie costruttive di bunker edificati lungo le coste e le principali vie di penetrazione dell'Isola. Le opere di difesa costiera sono accompagnate dagli armamenti che dalle postazioni ostacolarono l'avanzata degli Alleati.
Salendo da una scala circolare, ricavata entro l'anima di una vecchia ciminiera, il visitatore si trova nell'area che rievoca le battaglie combattute tra gli Alleati ed i soldati dell'Asse, a cominciare da quella della piana di Gela, nei pressi di Castelluccio, Le principali bat­taglie di Gela (19), di Ponte Primosole (20) e di Traina (21) sono state riproposte su plastici tridimensionali accompa­gnati da una serie di pannelli fotografici che mostrano momenti bellici i cui scenari sono fin troppo noti. Una delle sale (22) accoglie un monitor che mostra momenti dell'avanzata angloamericana; nell'ultima di questa zona (23) un'altro monitor illustra i momenti del passaggio delle truppe tedesche da Messina alla costa calabra. Lo spazio si amplia (25) per mostrare al centro alcune mitragliatrici. Ma l'attenzione principale il visitatore la dedicherà alla prima delle vetrine (26) dove campeggia, su fondo nero la figura isolata del capo di stato della Germania, Adolf Hitler, reso nelle proprie sem­bianze dagli artisti cerai di Londra. Sul grande pannello di fondo si possono distinguere le diverse composizioni degli eser­citi degli Alleati e dell'Asse. La successiva vetrina (27) ospita Winston Chuchill a colloquio con il presidente Roosevelt.
II successivo segmento museale è dedicato agli avvenimenti politici nazionali successivi agli avvenimenti siciliani (28). La presenza della Croce Rossa è sottolineata da una vera sala operatoria da campo utilizzata proprio nel 1943 (29); vi si tro­vano rutti gli strumenti chirurgici ed il lettino operatorio. La terza vetrina (30) sorprende per la resa dei personaggi. Benito Mussolini a colloquio con il re Vittorio Emanuele III. Davanti a loro, su un tavolo, una mappa della Sicilia su cui sono segnati i punti dello sbarco degli Alleati e le linee di avanzamento. In prossimità alla vetrina, sono esposti soldati ita­liani in distinti momenti (31). Lo spazio si amplia (32) per accogliere davanti ad un ampio scenario dei monti Iblei, tra secolari ulivi, una tenda entro cui un gruppo di persone, attorno ad un tavolo, sta fissando uno di loro intento a firmare un importante documento: è il 3 settembre 1943 e si tratta della firma, a Cassibile, dell'armistizio che mette fine alle osti­lità tra l'Italia e gli anglo-americani. Il successivo corridoio mostra gli aspetti sociali sotto il governo militare, AMGOT (33). Vi si espongono documenti, proclami, manifesti, lasciapassare. La sala successiva (34) è dedicata ai Caduti. In una lapide elettronica scorrono, lentamente, più di mille nomi tratti a campione tra le migliala di giovani che in questa terra di Sicilia hanno perso la vita e che oggi si trovano riuniti in distin­ti cimiteri di guerra. Il museo li accomuna tutti. Una voce chiama i loro nomi. Sulle pareti il resoconto delle vittime ed una frase che segna la fine del percorso con un inno alla pace.
 
Piano Secondo
Salendo da una scala circolare, ricavata entro l’anima di una vecchia ciminiera, il visitatore si trova nell’area che rievoca le battaglie combattute tra gli Alleati ed i soldati dell’Asse, a cominciare da quella della piana di Gela nei pressi di Castelluccio. Le principali battaglie di Gela (19), di Ponte Primosole (20) e di Troina (21) sono state riproposte su plastici tridimensionali accompagnati da una serie di pannelli fotografici che mostrano momenti bellici i cui scenari sono fin troppo noti. Una delle sale (22) accoglie un monitor che mostra momenti dell’avanzata angloamericana; nell’ultima di questa zona (23) un’altro monitor illustra i momenti del passaggio delle truppe tedesche da Messina alla costa calabra. Lo spazio si amplia (25) per mostrare al centro alcune mitragliatrici. Ma l’attenzione principale il visitatore la dedicherà alla prima delle vetrine (26) dove campeggia, su fondo nero la figura isolata del capo di stato della Germania, Adolf Hitler, reso nelle proprie sembianze dagli artisti cerai di Londra. Sul grande pannello di fondo si possono distinguere le diverse composizioni degli eserciti degli Alleati e dell’Asse. La successiva vetrina (27) ospita Winston Chuchill a colloquio con il presidente Roosevelt. Il successivo segmento museale è dedicato agli avvenimenti politici nazionali successivi agli avvenimenti siciliani (28). La presenza della Croce Rossa è sottolineata da una vera sala operatoria da campo utilizzata proprio neI 1943 (29); vi si trovano tutti gli strumenti chirurgici ed il lettino operatorio. La terza vetrina (30) sorprende per la resa dei personaggi. Benito Mussolini a colloquio con il re Vittorio Emanuele 111. Davanti a loro, su un tavolo, una mappa della Sicilia su cui sono segnati i punti dello sbarco degli Alleati e le linee di avanzamento. In prossimità alla vetrina, sono esposti soldati italiani in distinti momenti (31). Lo spazio si amplia (32) per accogliere davanti ad un ampio scenario dei monti Iblei, tra secolari ulivi, una tenda entro cui un gruppo di persone, attorno ad un tavolo, sta fissando uno di loro intento a firmare un importante documento: è il 3 settembre 1943 e si tratta della firma, a Cassibile, dell’armistizio che mette fine alle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani. Il successivo corridoio mostra gli aspetti sociali sotto il governo militare, AMGOT (33). Vi si espongono documenti proclami manifesti, lasciapassare. La sala successiva (34) è dedicata ai Caduti. In una lapide elettronica scorrono, lentamente, più di mille nomi tratti a campione tra le migliaia di giovani che in questa terra di Sicilia hanno perso la vita e che oggi si trovano riuniti in distinti cimiteri di guerra. Il museo li accomuna tutti. Una voce chiama i loro nomi. Sulle pareti il resoconto delle vittime ed una frase che segna la fine del percorso con un inno alla pace.

 
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