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LA FESTA DI SANT'AGATA
 
La Festa di Sant'Agata è la più importante festa religiosa della città di Catania e si celebra in onore della santa patrona della città. Si svolge tutti gli anni dal 3 al 5 febbraio e il 17 agosto. La prima data è quella del martirio della santa catanese, mentre la data di agosto ricorda il ritorno a Catania delle sue spoglie, dopo che queste erano state trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace quale bottino di guerra e dove rimasero per 86 anni.
 
STORIA DI AGATA ED ORIGINI DELLA FESTA

 

ritratto s.agataLa giovane Agata fu una fanciulla catanese vissuta nel III secolo. Esponente di una famiglia patrizia, sin da giovane consacrò la sua vita alla religione cristiana. Venne notata dal governatore romano Quinziano che decise di volerla per sé. Al rifiuto di Agata, la perseguitò in quanto cristiana e, perdurando il rifiuto della giovane, la fece martirizzare e mettere a morte la notte del 5 febbraio 251. Subito dopo la morte, secondo la tradizione, cominciò ad essere venerata a Catania da gran parte della popolazione anche di religione pagana. Da quì si sviluppò il culto di Agata che si diffuse anche fuori dalla Sicilia e ben presto il Papa la elevò alla gloria degli altari.
Le origini della venerazione di sant'Agata si pensa siano da far risalire all'anno seguente il martirio della santa vergine e martire catanese, ovvero al 252. Il popolo nutrì subito una grande devozione per la vergine Agata che si era votata al martirio pur di difendere il suo onore e per non abiurare alla sua fede. I catanesi furono orgogliosi di questa giovane che si rivoltò contro il volere del proconsole romano Quinziano. In questo si dovette innestare l'odio per l'oppressore straniero.
Per quanto attiene la festa vera e propria è molto difficile stabilire quale fu l'anno di inizio delle celebrazioni. Secondo alcune testimonianze ancora prima della nascita di Agata veniva celebrata una festa pagana durante la quale un simulacro di una vergine veniva portato in processione per le vie della città.
Un'altra tradizione viene riportata da Apuleio nelle Metamorfosi, secondo la quale la festa della dea Iside nella città greca di Corinto avrebbe molti punti di contatto con la festa catanese. In particolare il popolo vestito di una tunica bianca che partecipava ai festeggiamenti (questo sarebbe l'accostamento al saccu bianco indossato dai devoti in processione).
Sicuramente i primi festeggiamenti a sant'Agata, anche se non programmati, avvennero spontaneamente il 17 agosto 1126 quando le spoglie della santa catanese, trafugate nel 1040, furono riportate in patria da due soldati, Gilberto e Goselino, dalla città di Costantinopoli dove erano state trasportate 86 anni prima.
il martirio di s.agataEsse furono accolte dal vescovo di Catania Maurizio che si recò al Castello di Jaci per accoglierle. Sparsasi la voce, nel corso della notte, i cittadini si riversarono nelle strade della città per ringraziare Dio di aver fatto tornare, dopo 86 anni, le spoglie della amata martire Agata. Ma anche dopo il ritorno delle reliquie non vi furono dei festeggiamenti organizzati, almeno come li intendiamo oggi.
I festeggiamenti erano per lo più di natura liturgica e si svolgevano all'interno della Cattedrale. Ciò sarebbe dimostrato in maniera indiretta da quanto avvenne il 4 febbraio 1169, quando un tremendo terremoto rase al suolo la città di Catania seppellendo sotto le macerie il popolo di fedeli che si trovava all'interno della cattedrale, in preghiera, per la celebrazione del martirio di sant'Agata. In quella occasione, secondo alcune cronache dell'epoca, perirono oltre 80 monaci ed alcune migliaia di fedeli sotto le volte del tempio crollato.
Soltanto nel 1376, anno di costruzione della vara (fercolo), in legno, si presume che siano iniziati i festeggiamenti con la processione per le vie della città. Il fercolo attuale, tutto in argento su di un telaio in legno, venne invece inaugurato nel 1519.
Poco a poco alla festa puramente religiosa si affiancò una festa più popolare, voluta dal Senato della città e anche dal popolo che coglieva l'occasione per avere qualche giorno di sano divertimento. A questo punto, per evitare degenerazioni che potessero creare problemi di ordine pubblico, venne creato un regolamento al quale dovevano attenersi gli organizzatori dei festeggiamenti. Pertanto in abbinamento alla processione della vara per le vie cittadine, si inserirono spettacoli di natura diversa per intrattenere i fedeli che arrivavano da ogni parte della Sicilia.
Dal 1712 la festa assunse un'importanza maggiore venendo strutturata su due giornate di festeggiamenti, il 4 e 5 febbraio; forse anche per il fatto che dopo il terremoto del 1693, che rase al suolo tutta la città, Catania venne ricostruita attuando una pianta ortogonale che rese la viabilità più facile con strade più larghe e ordinate, ma soprattutto la città si era espansa e il giro dei quartieri cittadini non poteva più essere effettuato in un solo giorno. Verosimilmente la festa dovette subire delle interruzioni negli anni successivi a due eventi drammatici che distrussero la città:
  • Nel 1669 una eruzione catastrofica dell'Etna ricoprì di lava gran parte della città rendendo impraticabile oltre il 50% della viabilità cittadina;

  • Nel 1693, come già detto, un terremoto di enorme magnitudo sconvolse il Val di Noto distruggendo completamente la città di Catania.

LA FESTA AI GIORNI NOSTRI
 
Ai giorni nostri la festa dura tre giorni e precisamente dal 3 al 5 di febbraio.
In tutte le strade principali del centro storico di Catania vengono approntate delle illuminazioni artistiche che danno una particolare luce di festa a tutta la città. Tutti gli anni si ha la variazione dei motivi ornamentali ma l'effetto è sempre molto coinvolgente e suggestivo.
Il culmine di queste luci si ha alla sommità di via di Sangiuliano, dove viene realizzato un enorme pannello, largo quanto tutta la strada, che, come un grande mosaico di luci colorate, raffigura una scena della vita di sant'Agata. Esso, per le sue dimensioni, è visibile da lontano e rappresenta un grande affresco sullo sfondo del cielo stellato. Il tema di tale fondale cambia tutti gli anni e rappresenta come una storia a puntate della epopea della santuzza.
candelore in chiesa s.agata alla fornaceMolto antica è la tradizione dei cerei o cannalori. In principio, forse già nel XV secolo erano quasi dei carri allegorici di Carnevale cambiavano foggia ogni anno ed erano più di trenta. Al giorno d'oggi sono undici e rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città. Si tratta di grosse costruzioni in legno riccamente scolpite e dorate in superficie, costruite, generalmente, nello stile del barocco siciliano, e contenenti al centro un grosso cereo. Queste macchine dal peso che oscilla fra i 400 ed i 900 chili, vengono portate a spalla, a seconda del peso, da un gruppo costituito da 4 a 12 uomini, che le fa avanzare con una andatura caracollante molto caratteristica detta 'a 'nnacata.
Le cannalore, oltre a precedere la processione di sant'Agata nei giorni 4 e 5 febbraio, già 10 giorni prima iniziano a girare per la città portandosi presso le botteghe dei soci della corporazione a cui appartengono, scortate da una banda che suona allegre marcette. Gli undici cerei hanno una posizione ben codificata nell'ordine da tenere nel corso della processione alla quale partecipano:
  1. Cereo di Monsignor Ventimiglia o di sant'Aita. Ê il più piccolo e fu donato nel 1766 da Monsignor Salvatore Ventimiglia allora arcivescovo di Catania.
  2. Cereo dei rinoti. Questa è la prima delle grandi cannalore in processione, essendo la più antica, ed è costruita in stile barocco.
  3. Cereo dei giardinieri costruito in stile gotico, è sormontato da una corona ed è per questo motivo che è soprannominato la regina delle cannalore.
  4. Cereo dei pisciari (pescivendoli), in stile rococò, si distingue per una corona floreale, pendente dagli altorilievi del secondo ordine, che conferisce una sensazione di movimento durante le evoluzioni dell'annacata.
  1. Cereo dei fruttivendoli, detto 'a signurina (la signorina) per la sua semplice bellezza. Si distingue per essere realizzato su di una base costituita da quattro cigni.
  2. Cereo dei chianchieri (macellai), poggia su di una base costituita da quattro leoni ed ha, nella parte alta, una statua di San Sebastiano patrono della corporazione.
  3. Cereo dei pastari (cioè produttori di pasta), è il più antico di tutti, risale ai primi anni del settecento ed è costruito in stile barocco.
  4. Cereo dei salumieri; è costruito in stile art noveau o liberty ed è realizzato su di una base costituita da quattro cariatidi.
  5. Cereo degli putiari (cioè osti), è realizzato in stile impero ed è costruito su una base rappresentata da quattro leoni.
  6. Cereo dei pannitteri (cioè panificatori) è il più grande di tutti ed è trasportato da ben 12 portantini o vastasi. La prima sua costruzione risale al XVIII secolo ed è costruito su di una base costituita da quattro statue di Atlante.
  7. Cereo del Circolo sant'Agata, è il meno anziano degli undici ed è realizzato in stile neoclassico. In esso sono raffigurati, oltre a sant'Agata, l'altro martire catanese sant'Euplio.
Il fercolo di sant'Agata o vara (in catanese), è un carro di argento che ricopre una struttura il legno, riccamente lavorato, che trasporta il busto-reliquiario della santa catanese e lo scrigno, in argento, entro cui sono custodite tutte le reliquie di sant'Agata. Costruito nel 1518, in puro stile rinascimentale, è finemente cesellato e ornato, sul tetto di copertura, da dodici statue raffiguranti gli apostoli. Ha forma rettangolare ed è coperto da una cupola, anch'essa rettangolare, poggiata su sei colonne in stile corinzio. Fu costruito dall'artista orafo Vincenzo Archifel operante a Catania dal 1486 al 1533. Il fercolo si muove su ruote in gomma piena e viene trainato tramite due cordoni, al cui capo sono collegate quatto maniglie, lunghi più di 200 metri, dai citatini nel caratteristico saccu. Dall'addobbo floreale della vara si può riconoscere se si è alla processione del giorno 4 o a quella del giorno 5 febbraio. Infatti, i fiori che addobbano il fercolo, sempre garofani, sono di colore rosa nella processione del giorno 4 febbraio e di colore bianco nel giro interno del giorno del martirio che si festeggia il 5 febbraio.
Lo scrigno che contiene le reliquie di sant'Agata, è una cassa d'argento in stile gotico, realizzata intorno alla fine del XV secolo dall'artista catanese Angelo Novara. Il coperchio anch'esso in argento fu realizzato dallo stesso artista che costrui la vara. Esso è riccamente istoriato con immagini della vita di sant'Agata e contiene le sue reliquie racchiuse in diversi reliquiari. Esse sono costituite dalle due braccia con le mani, dalle due gambe con i piedi, dai due femori e dalla mammella oltre al santo velo. I reliquiari che le contengono sono tutti di diversa fattura in quanto costruiti in epoche differenti.
 busto reliquiarioIl busto della santa, completamente in argento, è stato realizzato nel 1376 e contiene anch'esso delle reliquie di sant'Agata. Infatti nella testa, ricoperta da una corona donata dal re inglese Riccardo Cuor di Leone di passaggio a Catania di ritorno da una Crociata, è stato inserito il teschio della santa catanese, mentre nel busto è inserita la cassa toracica. Il busto fu realizzato dall'artista Giovanni di Bartolo, su incarico del vescovo di Catania, Marziale che esaudì un desiderio di Papa Gregorio XI, ed è ricoperto da oltre 300 gioielli ed ex voto. Oltre alla già menzionata corona, si possono citare alcuni dei più importanti gioielli donati alla santa: due grandi angeli in argento dorato che sono posti ai lati del busto di Sant'Agata; una collana del XV secolo incastonata di smeraldi, donata dal popolo di Catania anche se molti attribuiscono questo dono al viceré Ferdinando De Acuna; una grande croce riccamente lavorata del XVI secolo; il collare della Legion d'Onore francese appartenuto al musicista catanese Vincenzo Bellini; croci pettorali appartenute a vescovi di Catania, Dusmet, Francica Nava, Ventimiglia; un anello appartenuto alla regina Margherita che lo donò nel 1881 nel corso di una visita a Catania.
IL GIORNO 3 FEBBRAIO: LA PROCESSIONE DELL'OFFERTA DELLA CERA
 
carrozza del senatoIl giorno 3 febbraio si ha l'inizio dei festeggiamenti religiosi con la processione dell'offerta della cera a sant'Agata, detta anticamente la processione della luminaria. La processione, alla quale partecipano il clero, le autorità cittadine con in testa il sindaco e la giunta comunale, gli antichi ordini militari e cavallereschi, parte dalla Chiesa di Sant'Agata alla Fornace in Piazza Stesicoro, detta a caccaredda, ovvero la fornace in cui sarebbe stata martirizzata sant'Agata, per raggiungere, attraverso la via Etnea e piazza Duomo, la Cattedrale di sant'Agata.
La processione ha inizio con la sfilata in corteo delle undici cannalore, questa volta non seguite dalla banda. Seguono l'arcivescovo metropolita, i capitoli delle basiliche Cattedrale e Collegiata, il sindaco con la giunta comunale, autorità civili e militari oltre al clero dell'arcidiocesi. Il sindaco si reca alla chiesa di San Biagio su di una carrozza settecentesca del Senato catanese assieme ad alcuni membri della giunta mentre altre autorità prendono posto in una seconda carozza più piccola. Da alcuni anni le due carrozze sono esposte nell'atrio del Palazzo degli Elefanti, la sede del municipio di Catania.
IL GIORNO 4 FEBBRAIO: IL GIRO ESTERNO
 
inizio processione alba 4 febbraioIl giorno 4 inizia con la messa dell'aurora. Essa rappresenta la prima funzione religiosa in onore della santa. Con la chiesa invasa dai fedeli con il camice bianco, si assiste prima all'uscita del simulacro e dello scrigno dalla camera blindata in cui vengono conservati.
Alla fine della messa, il fercolo con sant'Agata, preceduto dalle cannalore, inizia il giro esterno della città. La prima parte del percorso si snoda sotto Porta Uzeda con 'a calata da marina e poi in via Dusmet passando sotto i bastioni delle cinquecentesche mura di Carlo V. Qui fino agli anni settanta avveniva un lancio di fettucce colorate da parte dei seminaristi. I platani sottostanti, spogli di foglie data la stagione, si rivestivano così di nastri colorati creando una fantastica immagine cromatica.
Il fercolo prosegue poi per le altre strade del giro esterno della città fra due straboccanti ali di folla. Nel corso del giro effettua una sosta in piazza Carlo Alberto davanti al Santuario della Madonna del Carmine. Raggiunge poi la piazza Stesicoro dove si trovano i luoghi che ricordano il martirio di sant'Agata. Qui infatti esistono la Chiesa di Sant'Agata al Carcere e la Chiesa di Sant'Agata alla Fornace in cui la vergine Agata subì il martirio. A questo punto c'è l'avvenimento più caratteristico della giornata. Lungo a cchianata de' Cappuccini, il fercolo di sant'Agata viene trainato di corsa fino al culmine della stessa, giungendo così dinanzi alla Chiesa di san Domenico, nella omonima piazza.
Raggiunta la Chiesa di Sant'Agata la Vetere, la prima cattedrale di Catania, la processione si ferma qui per alcune ore. Verso sera, dopo una messa nella piccola Chiesa di Sant'Agata la Vetere, riprende il giro esterno della città che attraversa i quartieri dell' antico corso, dei cappuccini, del 'u futtinu, di san Cristoforo e degli Angeli custodi, per rientrare in cattedrale, alle prime luci dell'alba. Quì si da luogo a fantasmagorici spettacoli di fuochi pirotecnici.
IL GIORNO 5 FEBBRAIO: IL GIRO INTERNO
 
processione giro interno zona via etneaLa festa ha inizio con il solenne pontificale, concelebrato dai vescovi di tutta la Sicilia, in presenza del legato pontificio che è solitamente un cardinale. Partecipano il clero catanese al completo, le autorità civili e militari ed il popolo dei fedeli. Nel pomeriggio, verso le diciotto, ha inizio il giro interno della città. Il fercolo percorre la via Etnea fino al Giardino Bellini, per deviare poi in via Caronda che percorre fino ad arrivare in piazza Cavour o, come dicono i catanesi, 'u bbuggu dove, davanti alla Chiesa di Sant'Agata al Borgo, ha luogo uno spettacolo pirotecnico.
Alla fine la processione scende, lungo la via Etnea, verso la cattedrale fino ai Quattro canti dove gira a destra per effettuare di corsa a cchianata 'i Sangiulianu Questo è il momento topico dal punto di vista spettacolare. Il fercolo trainato di corsa dai citatini raggiunge la sommità della salita fra due ali di folla plaudente. Per via dei Crociferi, la più bella strada barocca di Catania, il fercolo si avvia verso la cattedrale. Viene effettuata l'ultima sosta davanti al convento delle suore benedettine che, da dietro le grate del loro monastero, intonano dei canti a sant'Agata. Quindi, quando il sole sta per sorgere (o, più spesso, quando è già sorto da molte ore), sant'Agata fa rientro in cattedrale salutata da un nutrito spettacolo pirotecnico.
 
 
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